Mozzate

UNA COMUNITÀ DALL'ORIGINE ANTICA

La comunità Cristiana di S. Alessandro in Mozao (Mozzate) potrebbe avere origine in epoca paleocristiana, se si fa affidamento all’agiografia che racconta come S. Alessandro, in fuga da Milano verso Como per sfuggire all’imperatore che voleva arrestarlo in quanto Cristiano, sia passato da questa terra e abbia compiuto il grande miracolo di far risorgere un morto.

Di sicuro si parla di Mozao in uno scritto del re longobardo Liutprando del 712 d. C. e sicuramente c’era una comunità cristiana in quanto i Longobardi, grazie alla Regina Teodolinda, si erano tutti convertiti al Cattolicesimo.

La Comunità all’epoca dipendeva dalla Pieve di Appiano Gentile per la celebrazione dei Sacramenti più importanti, da dove venivano inviati dei canonici che officiavano le varie funzioni.

LA NASCITA DELLA PARROCCHIA

La prima notizia scritta circa l’esistenza di una chiesa dedicata a S. Alessandro, a Mozzate, ricorre nel «Liber notitiae Sanctorum mediolanensis» di Goffredo da Bussero, cappellano di Rovello, paese allora facente parte della Pieve di Appiano e databile verso la  fine del sec. XIII. Dice che a Mozzate vi sono due chiese: S. Alessandro e S. Maria.

Le prime tracce documentali relative alla vita della (non ancora formalmente istituita) parrocchia di Mozzate risalgono al 1518, quando la cura della chiesa venne affidata in qualità di rettore al prete Filippo. Le notizie sulla successione dei “rettori” in questi anni sono spesso frammentarie: nel 1565 la chiesa di S. Alessandro risultava affidata al rettore Paolo Palombo, al quale l’Arcivescovo di Milano S. Carlo Borromeo aveva assegnato il compito di istruire i suoi parrocchiani circa le decisioni e i decreti del Concilio di Trento, conclusosi due anni prima. Nel 1566 Mozzate riceve la visita pastorale  di Padre Leonetto da Clivone, delegato dell’Arcivescovo, e in questa occasione rettore di S. Alessandro risulta il sacerdote Giovanni Antonio de Michelis, di origini novaresi.

Nei documenti della visita di Padre Leonetto si trova anche la prima descrizione della chiesa di S. Alessandro: circa otto metri per cinque, due porte, quattro altari, pavimento in terra battuta sufficientemente livellato e coperto di coppi. È la chiesa che notizie dell’archivio ci dicono fu abbattuta il 1° Marzo 1569 e di cui fu terminata la ricostruzione il giorno di S. Alessandro, 26 agosto, dello stesso anno: con tutta probabilità si tratta dell’edificio parzialmente esistente, in cui si trova attualmente l’impianto di riscaldamento, tra la chiesa e la sacrestia della chiesetta. Questo locale ha infatti le stesse misure; è costruito antecedentemente alla chiesa attuale, tanto che l’ultima lunetta, a sinistra per chi entra, è murata, mentre le altre hanno le vetrate; vi fu incorporata la campata di testa della navata laterale sinistra.

Dai resoconti di Padre Leonetto risulta anche che la prima chiesa di S. Alessandro era dotata di una piccola sacrestia e di un campanile con due campane. Il cimitero adiacente risultava recintato ma privo di porte, così come il Battistero mancava della copertura. La chiesa era comunque consacrata, sebbene priva di reliquie di santi, e custodiva regolarmente il Santissimo Sacramento nel tabernacolo dell’altare maggiore.

Il 21 ottobre 1574 Mozzate riceveva per la prima volta la visita del Cardinale S. Carlo Borromeo, che in questa occasione impartì anche la Cresima alla maggior parte della popolazione. L’Arcivescovo rilevò che, rispetto ai resoconti di Padre Leonetto, alcune migliorie erano state apportate, a cominciare dal Battistero che risultava ora coperto, ma non era ancora sufficiente e richiese ulteriori interventi.

Ad occuparsene sarà il rettore Andrea Perego, nuovo titolare della chiesa che nel 1579 riceveva la visita di Vincenzo Antonini, delegato dell’Arcivescovo Borromeo per il controllo dei luoghi di culto della zona. I rescoconti della visita descrivono una chiesa decisamente trasformata: le dimensioni sono aumentate a 17 metri per 13, il pavimento era perfettamente livellato al punto da apparire lastricato, la chiesa era composta da tre navate divise da sette colonne di pietra. Sulla parete di fondo delle due navate comparivano due altari: uno ancora incompiuto, e quindi non dedicato, e uno dedicato alla Concezione della Beata Vergine Maria.

In conseguenza delle migliorie apportate, il 10 settembre 1581 S. Carlo Borromeo giungeva nuovamente in visita a Mozzate, consacrava la chiesa dedicandola a S. Alessandro Martire, includeva nell’altare maggiore le reliquie di S. Massimo e, finalmente, erigeva la chiesa a parrocchia autonoma. Di questo evento è testimone la pergamena, di cui riportiamo la traduzione, racchiusa nell’altare stesso e ritrovata quando si è adeguato l’altare alle norme del Concilio Vaticano II.

(1581, giorno 10 SETTEMBRE.)

IO CARLO, CARDINALE DI MILANO, COL TITOLO DI S. PRASSEDE, HO CONSACRATO LA CHIESA E QUESTO ALTARE IN ONORE DI S. ALESSANDRO M. E VI HO INCLUSO LE RELIQUIE DEL BEATO MARTIRE MASSIMO. HO CONCESSO, NELLA FORMA CONSUETA DELLA CHIESA A CIASCUN FEDELE, PER OGGI, UN ANNO E NEL GIORNO ANNIVERSARIO DELLA CONSACRAZIONE, CENTO GIORNI DI VERA INDULGENZA.

VERSO LA CHIESA ATTUALE

Nonostante la nuova consacrazione e l’erezione a parrocchia, S. Alessandro continuava ad essere un cantiere aperto e numerosi interventi sono stati necessari per portare la chiesa dalla situazione trovata dal Cardinale Borromeo nel 1581 ad una conformazione prossima a quella attuale. Già nel 1585 venne completato il campanile, con la copertura del tetto.

Durante gli anni 1722-23 si costruisce il battistero con portichetto facendovi pure il lavello ed il ciborio, e nell’anno 1727 viene installato l’organo con l’orchestra e camerino per i mantici.

Nell’anno 1767 si aggiungono alla chiesa le due cappelle laterali della Madonna Immacolata e di S. Antonio da Padova (da notare che il dogma dell’immacolata Concezione viene proclamato solo nel 1854 da Papa Pio IX).

Negli anni 1842-1844 viene costruito l’altare maggiore, il cui bassorilievo, che narra il martirio di S. Alessandro, ora forma il frontespizio della mensa costruita per adeguare il presbiterio alla riforma liturgica successiva al Concilio Vaticano II.

Negli anni 1887-1888 viene ampliata la chiesa, che assume così le pro­porzioni  attuali. La popolazione è aumentata e la chiesa non è più sufficiente a contenere i fedeli: le messe celebrate a quel tempo erano generalmente solo due e al mattino; in chiesa, oltre alle poche panchine riservate, entrano anche la sedie. In genere è un servizio dato in appalto: c’è chi si incarica di comperare le sedie e di tenerle in ordine; in cambio esige un obolo da chi vi si siede, versandone una percentuale alla chiesa. In seguito sarà il contrario: la chiesa farà tutto e darà una percentuale a chi è incaricato di raccogliere l’obolo.

Il parroco Francesco Ferni (nominato il 31 Marzo 1878) realizza l’ampliamento, dopo tanto trafficare per avere i dovuti permessi. Dove c’era l’altare si innalza la cupola, si sfonda a destra (occupando alcuni locali del parroco) e a sinistra (occupando mezza sacristia e la tribuna) e si costruiscono le due cappelle del Rosario e di S. Alessandro. Demolito poi il fondo dell’abside, si costruisce la nuova abside, trasportandovi l’altare del 1842 e costruendo ai lati una nuova tribuna a sinistra e la  nuova sacrestia a destra.

Nel 1914 viene nominato parroco don Emilio Cocchi, che reggerà la Parrocchia per quasi 50 anni fino al 1964. Nel 1915 il nuovo Parroco avvia i lavori di costruzione della nuova facciata, adornandola con il bassorilievo in cemento, riproducente il quadro del Loverini (conservato nei musei vaticani) raffigurante il Martirio di S. Alessandro e le statue, pure in cemento, di S. Martino e di S. Anna, che, dopo S. Alessandro, sono i santi più onorati in Parrocchia.

L’anno successivo, 1916, la  chiesa viene decorata, previa copertura con muro delle nove colonne rotonde in sasso. Furono fatte pure le attuali vetrate istoriate. Si rifecero il pavimento, la balaustra e i gradini dell’altare in marmo.

In seguito a questa lunga e complessa catena di interventi, la chiesa venne nuovamente consacrata il 10 settembre 1921 da Santino Traveggia, delegato dell’Arcivescovo di Milano Achille Ratti.

GLI ULTIMI INTERVENTI

Giunta ormai alla conformazione attuale, la chiesa di S. Alessandro è stata oggetto di piccoli e grandi interventi lungo tutto il XX sec. e i primi anni del XXI sec.

Nell’agosto 1930 i due angeli in gesso dell’altare maggiore furono sostituiti con due altri in bronzo dorato, per la spesa di lire 12.000. Fu sostituito anche il Redentore del Tempietto, pure in gesso, con l’attuale in rame sbalzato e dorato.

Nel 1931 si acquistò il Tabernacolo dell’altare maggiore in argento, con la porticina a sbalzo che rappresenta l’incontro di Abramo con Melchisedek.

Nel 1932 viene posta la gradinata in sasso vivo alla porta della chiesa, in sostituzione della vecchia deteriorata dal tempo.

Nel 1934 vengono abbattute le cappelle della via Crucis che circondavano il  sagrato della chiesa.

Nel 1940 viene eseguito il rivestimento dei pilastri, degli zoccoli e degli interni  delle cappelle e dell’altar maggior in marmo nembro rosato. Ai pilastri si sovrappongono capitelli in marmo rosso di Verona.

Nel 1956 viene sostituita l’antica pavimentazione della chiesa, ormai deteriorata, con una nuova pavimentazione in marmo botticino di Brescia. Nell’occasione viene rifatto anche il pavimento delle quattro cappelle.

Nel 1964 diventa Parroco don Giovanni Luoni che reggerà la parrocchia fino al 1998. Il nuovo Parroco, nel 1966, fa sostituire la statua della Madonna del Rosario (esistendo già un altare con la statua della Madonna) con la statua di S. Giuseppe, opera della ditta Demetz di Ortisei in Valgardena. La nuova statua fu donata dai Giuseppe e Giuseppina della Parrocchia.

Nel 1969 si attuarono le opere di adeguamento del presbiterio alla riforma liturgica voluta dal Concilio Vaticano II: si tolse la balaustra dell’altare maggiore, si abbassò il pavimento delle cappelle del Rosario e di S. Alessandro per portarlo a livello di quello della  chiesa. La pianta della chiesa acquistò così la forma di croce latina e aumentò lo spazio usufruibile dai fedeli.

Nel 1972 viene rifatto il rivestimento della facciata: tempo e umidità avevano rovinato tanti mattoni, che iniziavano ormai a staccarsi. Furono sostituiti con mattoni di cotto fiorentino.

Nel 1975 viene rifatto l’altare maggiore, usufruendo, come frontale, del bassorilievo scolpito da Antonio Galli nel 1843. Il nuovo altare fu consacrato da S. Ecc. Mons. Bernardo Citterio a conclusione delle SS. Quarantore.

Nel 1979 la Sig.ra Concetta di Pelino ved. De Santis regala la statua di S. Alessandro, opera egregia in legno eseguita dalla ditta Stuflesser di Ortisei. Fu posta nella nicchia che era occupata dall’antica statua di S. Alessandro (finita a Vedano Olona) e verso gli anni trenta era stata sostituita dalla pala raffigurante il S. Cuore.

Nell’anno 1986 viene ridipinta la Chiesa come è attualmente, mentre nel novembre del 1993 viene inaugurata la nuova sistemazione del Sagrato della Chiesa.

Nel 1998 diventa Parroco don Piero Allevi che risistema l’organo della Chiesa.

(sezione in costruzione)

Il restauro delle pareti promosso nel corso del 2019 ha riportato alla luce antichi affreschi risalenti al 1600, ancora in buono stato di conservazione. Sulla navata laterale di sinistra è stato scoperto un affresco raffigurante la Barca della Chiesa mentre sulla navata di destra sono raffigurati S. Girolamo e S. Giorgio nella sua lotta contro il drago. L’intervento ha permesso di riscoprire anche l’antica porta che collegava il campanile con la chiesa e di riaprire così il passaggio originario.

LA CRONOTASSI DEI PARROCI

  1. sac. Filippo Rettore (1518)
  2. sac. Filippo Ongarone (1544)
  3. sac. Paolo Palombo (1564)
  4. sac. Giovanni Antonio De Michelis (1566)
  5. sac. Andrea Perego (1568-1623)
  6. sac. Taddeo De Santi (1624-1648)
  7. sac. Alessandro Maestri (1648-1666)
  8. sac. Giovanni Paolo Ferrari (1666-1670)
  9. sac. Felice Curioni (1670-1691)
  10. sac. Alfonso Fontana (1693-1695)
  11. sac. Giuseppe Ramperti (1696-1744)
  12. sac. Maurilio Staurenghi (1744-1760)
  13. sac. Antonio Bosisio (1760-1790)
  14. sac. Francesco Barni (1790-1825)
  15. sac. Pietro Catena (1828-1877)
  16. sac. Francesco Ferni (1878-1914)
  17. sac. Emilio Cocchi (1914-1964)
  18. sac. Giovanni Luoni (1964-1998)
  19. sac. Pietro Allevi (1998-2007)
  20. sac. Luigi Alberio (2007-2017)
  21. can. Vinicio Viola (dal 2017)