La prima notizia scritta circa l’esistenza di una chiesa dedicata a S. Alessandro, a Mozzate, ricorre nel «Liber notitiae Sanctorum mediolanensis» di Goffredo da Bussero, cappellano di Rovello, paese allora facente parte della Pieve di Appiano e databile verso la fine del sec. XIII. Dice che a Mozzate vi sono due chiese: S. Alessandro e S. Maria.
Le prime tracce documentali relative alla vita della (non ancora formalmente istituita) parrocchia di Mozzate risalgono al 1518, quando la cura della chiesa venne affidata in qualità di rettore al prete Filippo. Le notizie sulla successione dei “rettori” in questi anni sono spesso frammentarie: nel 1565 la chiesa di S. Alessandro risultava affidata al rettore Paolo Palombo, al quale l’Arcivescovo di Milano S. Carlo Borromeo aveva assegnato il compito di istruire i suoi parrocchiani circa le decisioni e i decreti del Concilio di Trento, conclusosi due anni prima. Nel 1566 Mozzate riceve la visita pastorale di Padre Leonetto da Clivone, delegato dell’Arcivescovo, e in questa occasione rettore di S. Alessandro risulta il sacerdote Giovanni Antonio de Michelis, di origini novaresi.
Nei documenti della visita di Padre Leonetto si trova anche la prima descrizione della chiesa di S. Alessandro: circa otto metri per cinque, due porte, quattro altari, pavimento in terra battuta sufficientemente livellato e coperto di coppi. È la chiesa che notizie dell’archivio ci dicono fu abbattuta il 1° Marzo 1569 e di cui fu terminata la ricostruzione il giorno di S. Alessandro, 26 agosto, dello stesso anno: con tutta probabilità si tratta dell’edificio parzialmente esistente, in cui si trova attualmente l’impianto di riscaldamento, tra la chiesa e la sacrestia della chiesetta. Questo locale ha infatti le stesse misure; è costruito antecedentemente alla chiesa attuale, tanto che l’ultima lunetta, a sinistra per chi entra, è murata, mentre le altre hanno le vetrate; vi fu incorporata la campata di testa della navata laterale sinistra.
Dai resoconti di Padre Leonetto risulta anche che la prima chiesa di S. Alessandro era dotata di una piccola sacrestia e di un campanile con due campane. Il cimitero adiacente risultava recintato ma privo di porte, così come il Battistero mancava della copertura. La chiesa era comunque consacrata, sebbene priva di reliquie di santi, e custodiva regolarmente il Santissimo Sacramento nel tabernacolo dell’altare maggiore.
Il 21 ottobre 1574 Mozzate riceveva per la prima volta la visita del Cardinale S. Carlo Borromeo, che in questa occasione impartì anche la Cresima alla maggior parte della popolazione. L’Arcivescovo rilevò che, rispetto ai resoconti di Padre Leonetto, alcune migliorie erano state apportate, a cominciare dal Battistero che risultava ora coperto, ma non era ancora sufficiente e richiese ulteriori interventi.
Ad occuparsene sarà il rettore Andrea Perego, nuovo titolare della chiesa che nel 1579 riceveva la visita di Vincenzo Antonini, delegato dell’Arcivescovo Borromeo per il controllo dei luoghi di culto della zona. I rescoconti della visita descrivono una chiesa decisamente trasformata: le dimensioni sono aumentate a 17 metri per 13, il pavimento era perfettamente livellato al punto da apparire lastricato, la chiesa era composta da tre navate divise da sette colonne di pietra. Sulla parete di fondo delle due navate comparivano due altari: uno ancora incompiuto, e quindi non dedicato, e uno dedicato alla Concezione della Beata Vergine Maria.
In conseguenza delle migliorie apportate, il 10 settembre 1581 S. Carlo Borromeo giungeva nuovamente in visita a Mozzate, consacrava la chiesa dedicandola a S. Alessandro Martire, includeva nell’altare maggiore le reliquie di S. Massimo e, finalmente, erigeva la chiesa a parrocchia autonoma. Di questo evento è testimone la pergamena, di cui riportiamo la traduzione, racchiusa nell’altare stesso e ritrovata quando si è adeguato l’altare alle norme del Concilio Vaticano II.
(1581, giorno 10 SETTEMBRE.)
IO CARLO, CARDINALE DI MILANO, COL TITOLO DI S. PRASSEDE, HO CONSACRATO LA CHIESA E QUESTO ALTARE IN ONORE DI S. ALESSANDRO M. E VI HO INCLUSO LE RELIQUIE DEL BEATO MARTIRE MASSIMO. HO CONCESSO, NELLA FORMA CONSUETA DELLA CHIESA A CIASCUN FEDELE, PER OGGI, UN ANNO E NEL GIORNO ANNIVERSARIO DELLA CONSACRAZIONE, CENTO GIORNI DI VERA INDULGENZA.