S. Martino

L'ORIGINE TRA STORIA E TRADIZIONI

La piccola frazione di S. Martino di Mozzate ospitava fin dal Medioevo due chiese, una dedicata al Vescovo S. Martino di Tours e l’altra dedicata a Santa Maria del Solaro. Il nome deriva con ogni probabilità dall’immagine della Donna vestita di Sole, descritta da S. Giovanni nel Libro dell’Apocalisse.

Intorno a Santa Maria Solaro esistono tre distinte tradizioni popolari: la prima riguarda le vicende di un gruppo di monaci che, durante la stagione estiva, nei boschi dove ora sorge il Santuario videro a più riprese una grande luce, come di un sole che scendeva e risaliva nel cielo, in mezzo alla quale appariva l’immagine di Maria Bambina. A tale tradizione fa riferimento il primo titolo noto della chiesa: Sanctae Mariae Virginis Nascentis in loco Solaro.

La seconda tradizione fa riferimento ad un episodio accaduto all’inizio del XVI sec.: un gruppo di soldati in fuga, sbandati e affamati, incontrarono in questi boschi una Signora splendente che, nel buio della notte, indicò loro la via per mettersi in salvo. Tale tradizione fa capo ad una confraternita in onore della Beata Vergine certamente esistente nel 1518, come attesta l’affresco sul lato destro dell’altare maggiore che parla di «meriti e miracoli della B.V. Maria».

La terza e ultima tradizione riguarda un bravo pittore, molto probabilmente lo stesso Gaudenzio Ferrari, nel periodo in cui era impegnato a dipingere la cupola del Santuario della Beata Vergine di Saronno, attratto da una luce non comune che gli appariva tutte le sere quando, dopo il lavoro, usciva a passeggiare nei campi. Seguendo questa luce, il pittore giunse proprio alla cappella di S. Maria Solaro, dove si accorse che la luce misteriosa proveniva dalla culla del quadro di Maria Bambina. Confortato da tale esperienza dai problemi che lo affliggevano in quel periodo, come atto di riconoscenza dipinse sopra la porta di ingresso della cappella l’immagine della Beata Vergine Addolorata.

VERSO LA COSTITUZIONE DELLA PARROCCHIA

La chiesa di S. Maria Solaro ricevette le visite pastorali del 1579 e del 1583: dagli atti di tali avvenimenti è possibile ricavare una descrizione dell’edificio al quale, originariamente, era annessa una scuola. La chiesa era coperta, misurava 14 metri per 7, era dotata di tre altari, un pulpito di pietra, la sacrestia e due porte, più un campanile con due campane.

Nel 1734 venne eretta una cappella dedicata all’Addolorata, chiusa con balaustre di marmo, e nel 1747 venne dipinta un’immagine della Madonna sopra il portone principale. Entro il 1759 la chiesa venne ad assumere l’aspetto attuale, con interventi alla volta della chiesa e al portichetto. Gli atti di una visita apostolica risalente a questo periodo descrivono la chiesa come «assai bella e ben finita».

Fino alla metà del Settecento la chiesetta fu retta da una confraternita detta «della Consolata» alla quale subentrò, fino agli inizi del XX sec., la Confraternita dell’Addolorata: la piccola chiesetta diventò così un Santuario dedicato al raccoglimento dei fedeli mozzatesi. L’immagine dell’Addolorata venne spostata all’altare maggiore mentre il quadro della Natività fu traslato nella cappella dal lato del Vangelo. Dopo il 1875 vennero installate le cappelle dei Dolori della Vergine lungo il viale che porta al Santuario.

Il 25 aprile 1927 Santa Maria del Solaro venne eretta come parrocchia autonoma avente come territorio la frazione di S. Martino, probabilmente per non smarrire la memoria del Santo Vescovo la cui chiesa, esistente in epoca medievale, era ormai stata del tutto dissacrata.

IL RESTAURO

(sezione in costruzione)

CRONOTASSI DEI PARROCI

  1. sac. Angelo Terzaghi (1927-1949)
  2. sac. Carlo Bonicalzi (1949-1954)
  3. sac. Osvaldo Bellomi (1954-1986)
  4. sac. Rino Valente (1987-1993)
  5. sac. Franco Bianchini (1993-2000)
  6. sac. Pietro Allevi (2000-2007)
  7. sac. Luigi Alberio (2007-2017)
  8. can. Vinicio Viola (dal 2017)